Mandelli (Fofi), ‘pandemia sia stimolo per sciogliere nodi irrisolti’ Roma, 7 lug. (Adnkronos Salute) – Quale sarà il ruolo del farmacista, sia dei servizi territoriali sia delle strutture convenzionate e di quelle ospedaliere nel nuovo Servizio sanitario nazionale? La figura ‘a tutto tondo’ del farmacista sarà protagonista del cambiamento a cui si appresta il Ssn anche grazie alla spinta del Piano nazionale di ripresa e resilienza? Di questo si parla nel nuovo numero dell’Italian Health Policy Brief (Ihpb) dedicato al ‘Farmacista nel rinnovamento del Servizio sanitario nazionale: innovazione e ruolo per una figura cardine della sanità’, che è stato presentato oggi con un evento online a cui hanno partecipato alcuni degli autori della pubblicazione. “L’esperienza di questi mesi di pandemia – ha spiegato Andrea Mandelli, presidente della Federazione Ordini farmacisti italiani (Fofi) e vicepresidente della Camera (Fi) – deve essere uno stimolo a sciogliere nodi da troppo tempo irrisolti, a maggior ragione ora che il Pnrr, con i finanziamenti previsti per le reti di prossimità e la digitalizzazione può rappresentare una svolta. Tra questi nodi vi sono la riforma dell’assistenza territoriale e il potenziamento della rete ospedaliera; in questi ambiti il farmacista può e deve svolgere un ruolo trasversale. Sul territorio un modello di farmacia che va oltre la semplice dispensazione del farmaco avrebbe potuto dare un contributo ancora superiore a quello che già ha dato in questa emergenza per garantire ai cittadini l’accesso alle cure”. A questo tema si ricollega poi quello delle vaccinazioni in farmacia, per due aspetti: “Il primo – ha analizzato Mandelli – è che ha mostrato l’efficacia della collaborazione tra farmacista ospedaliero e farmacista di comunità nella gestione dei vaccini; il secondo è che rendere le vaccinazioni una delle prestazioni standard della farmacia permette di superare il modello emergenziale degli hub, restituendo i medici che vi operano alle funzioni di diagnosi e cura”.