Milano, 19 ago. (Adnkronos Salute) – C’è chi prenota il tampone con un
click poi, a pochi metri da casa, entra in farmacia, uscendo in breve
tempo con l’esito in tasca. Chi ci va a vaccinarsi contro Covid. E chi
lavora fino a tardi e a sera inoltrata, unico momento libero, può
passare a fare quel controllo della pressione o a misurare glicemia e
colesterolo, o stampare il Green pass. “La croce verde è sempre
accesa, e per il futuro ci sono tante cose che si possono fare. Faccio
un esempio: la vaccinazione antinfluenzale che comodità sarebbe farla
in farmacia? Poi proponiamo la telemedicina, e vedremo adesso con il
Pnrr, che aiuta molto, con la missione 5 a dare impulso a quella
vocazione della farmacia”. Per Andrea Mandelli, presidente della
Federazione degli Ordini dei farmacisti italiani (Fofi), l’elenco
potrebbe andare avanti ancora a lungo.
Perché la farmacia dei servizi è lanciata ormai. La pandemia, se da un
lato “ha scompaginato le agende e i programmi”, dall’altro “ne ha
consacrato il ruolo e ha aperto anche nuovi scenari”, spiega
all’Adnkronos Salute. Ora “abbiamo voglia di ripartire con quella
sperimentazione sui 10 servizi che avevamo pattuito con lo Stato,
aggiungendone altri che sono diventati ormai patrimonio del cittadino,
come le vaccinazioni, per esempio. Abbiamo proposto al ministro di
darci una mano ad attivare il telecontrollo. Quante cose si potrebbero
fare se il farmacista potesse anche collegarsi, con quelle videochat
che oramai sono dominio di tutti, per controllare banalmente anche
solo la saturazione? Noi siamo pronti a mettere sul tappeto tante
idee”.
Una è quella della telemedicina, che si sposa anche con le esigenze
dei territori rurali. “Non tutti viviamo a Roma o Milano, Firenze,
Bologna – sottolinea Mandelli – C’è chi vive in piccoli centri in cui
il farmacista può fare tanto per il cittadino. Vorremmo che
quell’intento di potenziare dei punti accessibili nelle zone più
disagiate del Paese diventasse un impulso per un servizio più ampio”.
La farmacia dei servizi ha origini lontane nel
tempo. “Era il 2005 – ricorda – quando preparammo un documento come
Federazione degli Ordini proponendo una maniera diversa di organizzare
le farmacie, che sono sì luoghi di dispensazione del farmaco, ma che
sempre di più bisognava orientare verso un cambiamento di pelle.
Durante il Governo Berlusconi col ministro Fazio la nostra idea è
diventata legge”, ripercorre il deputato e responsabile Sanità di
Forza Italia.
“E finalmente nel 2017 abbiamo avuto i fondi in legge di Bilancio che
hanno consentito di far partire la sperimentazione della farmacia dei
servizi”. E poi è arrivata la pandemia. “Il lavoro fatto in questi
anni ha fatto sì che in questo momento di difficoltà la farmacia
riuscisse a dare la migliore risposta territoriale alle esigenze dei
cittadini. Abbiamo aumentato le nostre presenze sul territorio,
dilatando moltissimo i nostri orari di apertura. La farmacia è
riuscita ad essere accessibile sempre, il sabato e la domenica, di
notte, in quei giorni maledetti del lockdown duro. Anche per aiutare i
cittadini in un momento di grande disagio psicologico”, dice Mandelli.
In quei giorni, “il medico mandava sui telefonini un codice. Quel
numero nelle mani del farmacista si tramutava con le tecnologie che
oramai abbiamo diffusissime sul territorio in ricette medica e quindi
in salute per il cittadino. Quando c’è stata la grande crisi del gel
disinfettante per le mani, che non si trovava se non a prezzi
esorbitanti sul web – ricorda Mandelli – la Federazione ha preso una
formulazione mettendola a disposizione di tutti i colleghi, affinché
le farmacie potessero produrlo nei loro laboratori e fornirlo a prezzi
calmierati”
Mandelli ricorda anche la distribuzione di
mascherine e “poi i tamponi, per i quali adesso le farmacie hanno
aderito al prezzo calmierato e sono un aiuto per chi ha esigenze, dal
colloquio di lavoro allo sport dei figli”. Infine i vaccini Covid:
“Come succede in tutto il mondo, in Paesi come Francia, Gran Bretagna,
Usa, il farmacista è coinvolto nella vaccinazione. La stiamo facendo
abbastanza diffusamente, qualche regione più qualche regione meno. Ma
devo dire che i cittadini mostrano fiducia”. Per tutti questi servizi
ci sono stati dei momenti formativi. E siamo la professione sanitaria
che ha risposto nel numero maggiore all’adesione, frequenza e
superamento del corso per diventare vaccinatori”.
“Con la legge di Bilancio – sottolinea – c’è stata la possibilità
anche di sdoganare l’uso del pungidito, che prima in Italia era
vietato per il farmacista, e ora possiamo fare questi prelievi
capillari per fare tutti quegli esami che presto saranno sempre più
utili. Perché la pandemia oggi sta monopolizzando la cura, ma –
ammonisce il presidente dell’Ordine dei farmacisti – i tumori, gli
infarti e le altre malattie non vanno in frigorifero. Per riportare il
Paese in sicurezza sotto un profilo sanitario c’è dunque bisogno che
tutti gli operatori facciano un po’ di più”.