Roma, 9 lug. – Di seguito, l’intervento del vicepresidente della Camera dei deputati Andrea Mandelli, in occasione della presentazione del Rapporto annuale Istat: “Porto a tutti i presenti qui in Sala della Regina e in collegamento da remoto il saluto del Presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico, impossibilitato a partecipare a causa dei suoi impegni istituzionali, e di tutti i colleghi dell’Aula di Montecitorio. Saluto e ringrazio, in particolare, il Presidente dell’ISTAT Gian Carlo Blangiardo e do il benvenuto alle autorita’ oggi presenti: – La Sen. Michela Montevecchi, in rappresentanza del Presidente del Senato della Repubblica Maria Elisabetta Alberti Casellati; – Il Giudice della Corte Costituzionale Giovanni Amoroso. L’illustrazione del Rapporto annuale dell’Istat – giunto oggi alla sua ventinovesima edizione – costituisce, come ogni anno, un appuntamento di grande rilievo per riflettere insieme sulla situazione del Paese e sulle prospettive economiche e sociali che il documento delinea. Quest’anno la presentazione del Rapporto assume un significato ancora maggiore in quanto contribuisce a darci un quadro – effettivo e concreto – della situazione conseguente all’emergenza sanitaria che abbiamo vissuto in questi lunghi mesi.
Per un’efficace ripartenza del sistema italiano e’, infatti, quanto mai importante partire dall’analisi dei dati e dalle informazioni statistiche della comunita’. Nel Rapporto, le tendenze del capitale umano e del mercato del lavoro sono analizzate con riferimento ai tre grandi assi d’intervento del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: ovvero i giovani, la parita’ di genere, il Mezzogiorno. E in questo quadro sono analizzati i punti di forza e le fragilita’ del sistema nella fase di recupero e di ripartenza. Nel Rapporto odierno sono, dunque, posti in evidenza gli effetti della pandemia sulla societa’ e sull’economia italiana, dedicando al tempo stesso un’attenzione particolare all’impatto sugli andamenti demografici e sulla tenuta del sistema sanitario. Emerge come il quadro demografico nel 2020 sia stato contraddistinto dal nuovo minimo storico di nascite dall’Unita’ d’Italia e da un massimo di decessi dal secondo dopoguerra. Il Rapporto ci ricorda l’effetto drammatico della pandemia sulla mortalita’, non solo per i decessi causati direttamente, ma anche per quelli dovuti all’acuirsi delle condizioni di fragilita’ della popolazione, soprattutto anziana, per la quale la tempestivita’ e la regolarita’ delle cure sono spesso decisive.
Preoccupa inoltre l’aggravamento delle diseguaglianze strutturali che risultano aumentate con la crisi legata all’emergenza sanitaria, con forti differenze tra Centro-nord e Mezzogiorno nella dotazione di capitale umano. Una specifica considerazione meritano anche i dati sulla situazione dei giovani che abbandonano gli studi precocemente senza aver conseguito un diploma o una qualifica. Senza, ovviamente, dimenticare quelli che sono fuori da un percorso scolastico o formativo e non hanno un lavoro. In tale quadro, i benefici dei maggiori investimenti previsti per l’istruzione delle donne, dei giovani e dei residenti del Mezzogiorno – i tre assi trasversali del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – potranno dare risultati positivi sia in termini di maggiori opportunita’ occupazionali, sia dal punto di vista dei vantaggi retributivi associati. Le opportunita’ di sviluppo connesse ad un rafforzamento del capitale infrastrutturale, ancora fortemente disomogeneo fra le aree del Paese, potranno inoltre avere un ruolo essenziale per la ripresa. Al contempo, sul fronte dell’economia, l’incremento dei prezzi, dovuto anche alla carenza delle materie prime, potra’ alimentare spinte inflazionistiche che necessitano di un attento monitoraggio.
Dai dati emerge, inoltre, un sistema produttivo che ha subito pesantemente gli effetti economici della crisi sanitaria, compromettendo in molti casi la solidita’ delle imprese. In tale situazione un ruolo chiave avra’ l’attuazione che sapremo dare alle misure previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che, come sappiamo, si prefigge missioni fondamentali per la nostra ripresa. Penso alla digitalizzazione della pubblica amministrazione e del sistema produttivo, al rafforzamento della dotazione del capitale infrastrutturale e alla valorizzazione del percorso verso la transizione energetica ed ecologica che portera’ alla crescita di settori economici a specifica vocazione ambientale. Solo con il contributo di tutti gli attori istituzionali, economici e sociali, questi risultati potranno essere raggiunti cosi’ da realizzare una efficace ripartenza del sistema economico e sociale italiano. Certamente non manchera’ il costante e attento monitoraggio sull’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza da parte del Parlamento, che esercitera’ con puntualita’ il suo fondamentale ruolo di rappresentanza democratica dei cittadini italiani. Vi ringrazio”